Le tante emozioni e i diversi pubblici presenti alla cerimonia finale del premio collaterale Fondazione fai Persona, Lavoro, Ambiente
Quando si vivono emozioni ed esperienze molto intense la voglia di raccontarle immediatamente è molto forte. Oltre al piacere di condividerle può esserci anche un inconscio timore di perdere l’attimo, di dimenticare e di non essere poi più in grado di ricostruire e condividere efficacemente quanto accaduto. Il rischio c’è e potrebbe essere spiegato anche così il successo di alcuni social. Ma c’è anche un vantaggio nel lasciar passare un po’ di tempo prima trarre le conclusioni. La distanza dall’evento ci permette di portare l’analisi più in profondità e quindi in maniera più lucida ed equilibrata.
Della proiezione speciale de L’intervista in mare nell’ambito della cerimonia finale del premio Collaterale Fondazione Fai, Persona, Lavoro, Ambiente avevamo dato notizia e proposto la cronaca.
Oggi finalmente possiamo dedicare il giusto spazio al resoconto finale.
Di tutto il percorso festivaliero e di proiezioni speciali, il passaggio alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica del cinema di Venezia è stato uno dei momenti più emozionanti ed importanti.
Come abbiamo accennano nei precedenti articoli, tutto nasce proprio a Venezia, quando ancora studente Ludovico Ferro, comincia ad interessarsi dei festival e del cinema come luoghi e momenti da studiare scientificamente. A partire dal 2010 avvia un programma di ricerca dell’Università di Padova. Da lì in poi fino ad oggi un gruppo di ricercatori e di studenti ogni anno partecipa alla Mostra del Cinema per studiarne le opere proiettate e il pubblico. Esattamente dieci anni dopo un ulteriore evoluzione.
Nel 2020, Ludovico Ferro, che da poco aveva iniziato un percorso di sperimentazione della divulgazione dei risultati delle proprie ricerche tramite i linguaggi artistici, fa confluire l’attività accademica e di studio dei festival, e quella di produzione cinematografica avviata con Fai Cisl, in un premio collaterale ufficiale incentrato sui temi del lavoro e dell’ambiente.

Da quella edizione particolarissima del 2020 (l’anno della pandemia dove sollo la mostra del Cinema di Venezia tra i più importanti festival al mondo si è svolta in presenza) tutto si è sempre più sviluppato. Il premio è cresciuto a dismisura in termini di prestigio e di affluenza di pubblico, e Fai Cisl, tramite Agrilavoro e la Fondazione Fai Cisl studi e Ricerche è diventata a tutti gli effetti anche un soggetto produttivo con all’attivo una produzione teatrale e ben cinque film prodotti o coprodotti (tutti presentati nel corso dell’evento finale del suo premio).
Arriviamo così alla quinta edizione del premio e alla proiezione de L’intervista in mare (l’esordio alla sceneggiatura e alla regia di Ludovico Ferro). È evidente, anche solo da quanto abbiamo sommariamente appena descritto, come l’evento si sia stato uno snodo importante, quasi una chiusura di un cerchio perfetto.
Ma per capirne la portata possiamo provare a rispondere alla seguente domanda: chi c’era il 6 settembre allo spazio incontri del Venice Production Bridge della Mostra del Cinema di Venezia per la prima proiezione speciale de L’intervista in mare?

C’era ovviamente Ludovico Ferro, ideatore del premio e presidente della giuria con la giuria ufficiale (nomi) e la sottogiuria degli studenti ed ex studente dell’Università di Padova (presenti alla mostra anche per le attività di ricerca).


Tra gli ospiti speciali c’era un’ampia delegazione delle troupe e di chi lavorato alla post produzione del film e con la presenza anche di pescatori e armatori che hanno partecipato alle riprese o alle fasi preliminari di ricerca. Uno dei momenti più emozionanti della giornata è stato il quello finale, dopo la proiezione del film, in cui tutti sono stati chiamati ad uno ad uno per nome e per ruolo per l’applauso e la foto.

Non poteva ovviamente mancare la parte istituzionale e produttiva di Fai Cisl con il segretario generale Onofrio Rota e il Presidente della Fondazione fai Cisl Studi e Ricerche Vincenzo Conso a guidare la delegazione dei segretari generali regionali di tutta Italia.
Ma la presenza sindacale non è stata limitata, come nelle precedenti edizioni, alle cariche dirigenziali. In quest’occasione si è voluto far fare l’esperienza della mostra anche a una delegazione di operatori e di delegati sindacali inseriti in un percorso formativo pluriennale.
Infine, oltre al pubblico della mostra, erano presenti le delegazioni dei film premiati.



Dunque davvero un pubblico eterogeneo e per alcuni gruppi del tutto inedito in un ambito sostanzialmente di addetti ai lavori. Questo aspetto rinvia anche ad una caratteristica de L’intervista in mare, film ibrido e sperimentale a cavallo tra documentario e fiction che si rivolge proprio a quel pubblico eterogeneo fatto di addetti ai lavori del settore della pesca e sindacale, ma anche di pubblici sia di festival che soprattutto generalista. La più grande emozione è stata vedere tutti questi mondi (da quello dei festival e del cinema, a quello universitario a quello sindacale e del lavoro) radunati assieme, incontrarsi conoscersi e interagire.
La struttura proprio dello svolgimento dell’evento ha incarnato in vari momenti questa eterogeneità e intenzione di mescolare linguaggi e pubblici.
Nell prima ora dedicata alla premiazione è stato possibile spiegare i motivi del premio e delle produzioni cinematografiche, ossia l’intenzione di utilizzare il cinema per “intervenire” su questioni cruciali come il rispetto della persona, del lavoro e dell’ambiente.
A questo proposito emblematico è stato il passaggio di uno dei registi premiati che nel suo intervento (Frédéric Farrucci autore di Le Mohican ) ha sottolineato come per lui fare cinema corrisponda sempre ad “un’azione politica”. Come non vedere una confluenza di intenti con il nostro film L’intervista in mare? E questa affinità, riscontrabile anche nelle modalità e nell’uso di linguaggi e stili propri della fiction, è presente in tutti i film premiati dove l’intrattenimento e l’obiettivo estetico sono sempre funzionali o in secondo piano rispetto al obiettivo principale di rappresentare, discutere e intervenire sulla realtà sociale.

Di questo è stato possibile parlare nel corso dell’intervista al regista e all’attore protagonista prima della proiezione del film.

Sull’importanza e sulla necessità di questi momenti di presentazione e discussione del nostro film L’intervista in mare torneremo con una riflessione più generale in un articolo dedicato dopo aver esaurito anche il racconto di altri momenti ed esperienze in altri contesti.
Per chi volesse approfondire e valutare l’impatto mediatico della proiezione speciale de L’intervista in mare e del premio collaterale al Festival del Cinema di Venezia, di seguito una selezione di quanto uscito in termini di servizi televisivi, articoli e comunicati stampa.
Ovviamente l’appuntamento è per il prossimo anno con la sesta edizione del premio.

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