L’intervista in mare al Labour Film Festival

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Resoconto di un festival che ci voleva

Esattamente una settimana dopo la proiezione speciale a Ortigia in occasione del G7 (qui il resoconto), ci siamo ritrovati il 3 ottobre 2024 al Labour film festival dall’altra parte dell’Italia, 1.500 Km più a nord e lontani dal mare.

Dopo quanto accaduto poco prima della proiezione di Ortigia e nonostante poi quello che di straordinario a Ortigia è successo (qui spieghiamo tutto), il nostro stato d’animo non era proprio quello adatto al clima di festa che rende piacevolissimi alcuni festival, ma che è anche spesso elemento distorsivo e distraente dai temi e da problemi che i film come L’intervista in mare intendono portare. Non è una questione di dimensione o di prestigio del festival. Che sia un festival piccolo o grande è complicato e difficile che si riesca a trovare il giusto equilibrio tra il tappeto rosso, le foto, i premi, le cerimonie e l’approfondimento e la discussione su tematiche di interesse pubblico. 

Alcuni festival per propria scelta e per attitudine preferiscono tenere un profilo di assoluta sobrietà. È questo senza dubbio il caso del Labour film festival che nel 2024 è giunto al suo ventesimo compleanno, risultando tra i più longevi festival al mondo dedicati al cinema che parla di lavoro. Questo festival ha di fatto rinunciato alla dinamica della competizione che rimane solo per la sezione dei cortometraggi. La sezione dei lungometraggi documentari, denominata LABOUR.DOC, è di fatto una rassegna di cinema indipendente che si svolge nello storico cinema Rondinella a Sesto San Giovanni, Milano. 

Ciò non significa che non si respiri qui la tipica aria festivaliera, anzi. Il momento culminante e più bello è stato l’incontro del regista Ludovico Ferro con il direttore del festival e con il pubblico. Sono questi i momenti che preferiamo nei festival. Quelli in cui si può parlare e spiegare, si possono ricevere domande e dare risposte. Non capita così spesso e quando ciò succede è sempre un momento importante e memorabile. Può capitare che la direzione di un festival tematico, come il Labour Film Festival, si concentri unicamente sul messaggio e trascuri la parte del linguaggio cinematografico. Questo non è assolutamente successo a Milano. Abbiamo invece avuto l’opportunità di spiegare molte scelte registiche e produttive, e anche, rispondendo a una domanda diretta, svelare i principali riferimenti registici e stilistici su cui si è basata la scrittura e la realizzazione de L’intervista in mare. 

Insomma, era il festival che ci voleva e che ci voleva proprio in quel momento molto particolare per noi. Ma il Labour Film Festival rappresenta anche una tipologia di festival che in generale deve esserci e che è invece molto rara per le modalità con cui si svolge, e rarissima per la sua tematica di riferimento. Non servono più delle dita di una mano per trovare in tutto il mondo festival dedicati al lavoro. Dunque non possiamo che augurare moltissimi decenni ancora di attività per una manifestazione che sentiamo in molti modi vicinissima e non solo perché a promuoverla e a sostenerla sia la Cisl regionale.